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Come gestire i traumi nello sport

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Chi pratica sport è consapevole dei numerosi benefici che è in grado di apportare alla propria salute. È però necessario prestare la massima attenzione ad ogni gesto, per evitare di incorrere in dolorose problematiche.

 

Le principali cause di traumi sportivi

Il continuo ripetersi di movimenti specifici può infatti, nel tempo, generare una serie di conseguenze che, se trascurate, potrebbero tramutarsi in specifiche patologie causate appunto da “micro-traumi” o da “sovraccarico funzionale” più conosciute come tendiniti. Queste ultime rappresentano ben il 50% di tutte le lesioni sportive. Le azioni traumatiche indotte dall’esecuzione di esercizi contro pesi (sovraccarichi) e resistenza, comportano un incremento dei microtraumi sull’atleta, inducendo sui tessuti l’insorgere di quel processo difensivo e riparativo noto come l’infiammazione. Sono molteplici i fattori che determinano l’insorgere del problema:
- età non adeguata;
- condizioni fisiche e discipline inadeguate;
- allenamento non appropriato per quantità e/o per qualità.

 


Saper gestire l’intensità del carico e la sua frequenza risultano così determinanti in qualunque ambito e tipologia di attività sportiva che si sceglie di esercitare.
Le “aree” del corpo che possono essere oggetto di patologie sono diverse: spalla, gomito, polso e mano, anca, ginocchio, caviglia e piede. Per chi pratica tennis, ad esempio, spalla e gomito sono le prime a risentirne. La lesione alla spalla può interessare anche tutti quegli sport con sovraccarico del braccio, dove il gesto tecnico porta a ripetuti movimenti oltre il capo (overhead) come pallavolo, pallanuoto, ecc. Questa patologia è legata spesso alla sindrome da conflitto e instabilità, molto dolorosa e purtroppo frequente insieme alla tendinopatia del gomito, poiché l’articolazione deve sostenere movimenti complessi che si alternano ad accelerazioni, decelerazioni o contraccolpi. Se l’operazione risulta invece necessaria, il rinforzo muscolare rappresenta il principale obiettivo per la fase post operatoria.
Ad esempio, nel caso di rottura del Legamento Crociato, il tutto si traduce nella rieducazione dell’arto inferiore anteriore attraverso l’utilizzo di strumenti innovativi esistenti nella medicina basati sul LEC (Lavoro Elastico Controllato), come ad esempio la VECTOR, che permette un lavoro precoce, efficace e soprattutto di qualità.
La principale terapia di ogni atleta è racchiusa in un'efficace programma di prevenzione a seguito di una corretta visita specialistica, in virtù di numerosi trattamenti con terapie non chirurgiche efficaci presenti e personalizzabili a seconda dei casi.

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